7 novembre 2006

Il piano finanziario dell'Italia (2007, #1)

"Un modo semplice e immediato per far emergere l’evasione esiste. Sarebbe sufficiente consentire a tutti di dedurre dall’imponibile il costo sostenuto." (Antonio diPietro)

Il problema e' piu' complesso. Se tutti potessero dedurre i costi, per poi pagare le tasse su quanto rimane (ovvero su dividendi e capital gain), allora le casse dello stato sarebbero completamente vuote, almeno nei primi tre-cinque anni.

Il patto sociale prevede che lo Stato provveda per i piu' deboli, che pero' prima pagano le tasse e dopo deducono le loro spese. Il patto sociale e' invertito per le societa' di capitali: le societa' pagano subito le loro spese, e dopo pagano le tasse sui dividendi e capital gain. Gli investimenti delle societa' sono una spesa, utile a creare lavoro e servizi, sopperendo alle carenze dello Stato, che diversamente dovrebbe sostenere i costi delle imprese e dare lavoro lui stesso. Questo meccanismo e' in vigore in tutti i paesi del mondo, ad eccezione di Cuba e poche altre dittature comuniste. In Italia, purtroppo, lo Stato tassa alla fonte anche le societa', che di conseguenza hanno ben poco da reinvestire. --- Il problema e' complesso, perche' lo Stato vuole i conti pubblici risanati ed un paese ricco e produttivo, vuole insomma la moglie ubriaca e la botte piena in un periodo in cui sia la botte che e la moglie sono entrambe asciutte. Le leggi finanziarie Italiane continuano a commettere sempre lo stesso errore di vessare persone che le tasse le hanno sempre pagate, e che non ne possono piu' di avere il fiato corto. La legge finanziaria ha il dovere etico di svecchiare un sistema che e' ormai insostenibile. Bisogna stanare i mafiosi dai consigli comunali. Bisogna liberare il sud dalla morsa della mafia e della cammorra, che ne strangola l'economia. Il Sud Italia ha un potenziale enorme; potrebbe essere la Florida d'Europa! Bisogna stanare tutti gli industriali Italiani che hanno gia' trasferito i fondi all'estero, per paura della finanziaria. E' difficilissimo, ed i fatti lo dimostrano. Il problema nudo e crudo e' il debito pubblico, che e' talmente alto da chiedere piu' di quanto il popolo e' in grado di dare. Ma chi ha creato il debito pubblico? Perche' e' andato fuori controllo? Se il debito e' pubblico, esiste un credito privato, dunque a chi vanno tutti quei soldi? Alle Banche Italiane? Alla Banca d'Italia? A chi? E' un dato di fatto che quel debito e' stato creato dalla politica Italiana e dalle sue attivita' monopolistiche. Ferrovie dello Stato e' una macchina infernale; sembra gestita appositamente per sprecare risorse andando in fallimento, trascinandosi dietro l'intero sistema che cercava di aiutarla. Per risanare le casse dello Stato non serve la politica; servono manager degni di tale nome. Se Ferrovie Italiane fosse privata, sarebbe gia' fallita, insieme con Alitalia e Telecom Italia. Il problema allora diventa evidente: malgrado tutto il gran parlare di accademici della Bocconi, l'Italia non ha una scuola di economia al passo con i tempi. Non facciamoci prendere in giro da persone che hanno un master in economia alla Bocconi o alla London School of Economics, perche' i risultati sono evidenti a tutti. Lo Stato Italiano e le sue imprese piu' note sono tutti gestiti in modo fallimentare. Questo causa una reazione a catena, un gioco in cui tutti cercano di scaricare i propri debiti sugli altri. Alla fine della catena, ci sono sempre le stesse persone, i dipendenti ed i liberi professionisti vessati di tasse e bollette pazze. Come fare a fidarsi, per l'ennesima volta, di uno Stato che e' la causa del suo male, e che va sempre a battere cassa dagli unici cittadini che producono?

Il patto sociale che esiste con le societa' di capitali esiste anche con le Banche, le uniche societa' Italiane ad avere risorse in abbondanza. I miliardi di euro che le Banche intascano dallo Stato, nei suoi pagamenti del debito, sono soldi che le Banche devono reinvestire nella societa', per creare lavoro. Se le Banche trattengono i capitali, o li investono per costruire moschee a Siena, allora il patto sociale e' disatteso, ed il sistema si blocca. L'Italia ha bisogno di idee nuove e di Banche che investono generosamente per tradurre queste idee in impresa. Se questo non e' possibile, allora ben vengano le banche straniere. In USA le banche finanziano la nuova impresa, sapendo che su 10 nuove imprese se ne salva soltanto una. Sempre in USA, il fallimento societario e' accettato come normale, perche' fare i soldi non e' affatto facile, ma esiste una politica che stimola ed aiuta le persone a fare esperienza, e rialzarsi dopo esser caduti, come un bambino che impara a camminare: serve ottimismo ed incoraggiamento, non paura e chiusura. In Italia, le banche finanziano solo chi non ha bisogno di finanziamento, e se vai fallito ti marchiano a vita, non hai altre possibilita'. In USA esiste il capitalismo dell'Era Industriale, in Italia esiste ancora l'oligarchia tipica dell'Era Agraria, ed un gusto sadico contro chi muove i primi passi nel mondo dell'impresa.

Forse l'approccio migliore e' quello di ridurre il numero delle tasse, e di abbassarne le aliquote: un nuovo patto sociale in cui si portano le tasse ad un livello tale che tutti possano permettersi di pagarle. Una imposta unica del 30%, uguale per tutti sarebbe piu' che ragionevole. Fate rientrare i capitali dall'estero. Aprite il mercato Italiano alle industrie straniere. Rendete il codice tributario piu' snello ed efficiente. Guardate l'Irlanda! Ha funzionato per loro, perche' non dovrebbe funzionare per noi? Oggi come oggi, esistono talmente tante tasse che il cittadino dovrebbe denunciare lo Stato alla corte di giustizia, per abuso finanziario, se non proprio di schiavitu'. E' impossibile avere un'idea precisa delle spese, perche' ogni giorno esiste una variazione in bolletta, una tassa sulla tassa, un nuvo balzello burocratico. E' uno stillicidio. Una piccola perdita affonda la piu' grande delle navi. Lo Stato Italiano fa acqua da tutte le parti.

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