20 novembre 2006

Il piano finanziario dell'Italia (2007, #3)

La Camera ha approvato la legge Finanziaria per il 2007.
Una parte della minoranza alla Camera approva la legge.

Presenti e votanti: 562
Maggioranza: 282
SI: 331
NO: 231

Sintesi del piano finanziario per il 2007:
entrate: 22 miliardi (tasse)
uscite: tagli per 12.7 miliardi
asset: i monopoli in fallimento (Ferrovie, Alitalia) restano di proprieta' dello Stato; le province non vengono abolite; la emissione di titoli di stato sul mercato estero non viene ne' abolita ne' interrota;
debiti: 1.556,9 miliardi, di cui l'80% consiste in titoli di stato. Il 7.3% dei titoli e' stato emesso sul mercato estero; il debito relativo e' di 80.809 milioni di euro.

Commento delle imprese: "La manovra non dà certezze. Il bilanciamento degli effetti appare negativo, incupendo le aspettative degli imprenditori, con ovvi riflessi negativi sulle decisioni di investimento e sulla creazione di nuovi posti di lavoro."

Il testo ora passa al Senato.


Il mio parere e' che lo Stato ha bisogno urgente di una politica fiscale conservatrice, ovvero di massima prudenza nelle spese e nel debito pubblico. La continua emissione di titoli di stato incrementa il peso fiscale sui cittadini, peso che ha gia' raggiunto limiti insostenibili e tali da soffocare l'impresa ed erodere il risparmio. L'Italia e' fra i paesi piu' indebitati al mondo [link1 ,link2,link3]. E' imperativo che lo Stato interrompa immediatamente la emissione di nuovi titoli sull'estero, e che paghi quelli pendenti a tempo dovuto, senza rinnovarli. E' ugualmente importante che si interrompa immediatamente la emissione di titoli sul mercato interno, e che si attuino misure rigorose di eliminazione degli sprechi, ivi inclusa la chiusura di tutte le societa' partecipate. Infine, e' necessario aumentare il PIL, con misure talmente innovative da favorire gli investimenti esteri nei settori strategici dell'economia dei nostri tempi (nel caso il Governo non se ne fosse accorto, l'era industriale e' finita con il crollo del muro di Berlino). L'obiettivo e' di dimezzare l'attuale debito, portandolo al 50% del PIL, in modo che lo Stato si levi dal nostro groppone e ci lasci liberi di fare impresa e di vivere la nostra vita.

La politica di Berlusconi ha portato alla apertura di grandi opere senza copertura finanziaria. Malgrado la necessita' di tali opere per lo sviluppo economico, aggravare il debito pubblico in questo momento e' come uccidere il paziente piuttosto che curarlo. Dunque non condivido la politica di Berlusconi.

La politica della sinistra e' eterogenea. Non condivido quella di estrema sinistra, perche' predica l'aumento della spesa, e dunque del debito, e dunque di altre tasse.

L'Italia si sta' svenando; l'unica cura non e' fare trasfusioni, ma chiudere le ferite. L'unico partito di mia conoscenza che si muove nella direzione giusta, su praticamente tutti i quadranti del bilancio, e' il partito di Antonio Di Pietro.

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