16 luglio 2006

Re: L'indulto per i corruttori

LINK

Esistono due problemi: il passato ed il presente dell'economia Italiana. E' necessario distinguerli, perche' non e' piu' accettabile questo costante rivangare di vecchi problemi. Chi ha sbagliato, paghera'; ma non e' possibile parlare solo di loro. E' chiaro a tutti che qui e' tutto da rifare. La gogna e' lunga: mafia nera, mafia bianca, lobby private, insider trading, furbetti del quartierino, societa' per azioni dove chi guadagna sono le banche e chi perde sono gli azionisti, pensioni, partiti politici con debiti di centinaia di milioni di euro (vedi il sole24ore di oggi), parlamentari con la fedina penale sporca, l'elenco di cose che non vanno e' veramente lungo. Troppo lungo per una societa' che possa dirsi in salute. I soliti ipocriti lamentano che non e' possibile "fare di tutta l'erba un fascio", o "le mele marce si possono isolare", ma e' chiaro che qui, piuttosto che isolare le mele marce, si farebbe prima a salvare quelle sane! I fatti parlano piu' delle parole. Io sono preoccupato. Sto invecchiando. Non posso aspettare un'Italia migliore. Non me lo posso permettere. Il mio dovere di cittadino, lo sento tale, e' quello di farmi rappresentare da persone che hanno integrita' tale da agire fino in fondo in sede istituzionale. Se tutti gli individui dovessero candidarsi ed agire in prima persona per risolvere i problemi, gran parte del paese sarebbe in politica. I problemi esistono, tutti ne siamo a conoscenza, ma esiste un momento per votare ed un momento per agire! Il problema delle tasse di ieri e' un problema indipendente da quello delle tasse di oggi. Oggi tutti devono pagare le tasse. Ma deve essere una tassazione etica. Il codice tributario deve essere semplificato. Pagare le tasse deve essere un piacere, non un dolore. Una societa' sana e' una societa' che produce e che e' orgogliosa del proprio operato collettivo. E' una societa' che spende per opere pubbliche. Le tasse non servono a schiavizzare una societa' civile. Le tasse sono il contributo che ogni cittadino da' al proprio paese nella misura fisiologica alla sua condizione economica. Se e' vero che esiste un sommerso superiore al 40%, allora e' ragionevole ipotizzare che qualcosa non ha funzionato da entrambe le parti? Sollevo la domanda perche' nessun politico sembra averci pensato. Ma i dati parlano chiaro. Gran parte del paese non arriva a fine mese, e si sta indebitando. Le societa' per azioni Italiane sono tutte indebitate e stanno fallendo (Parmalat, Cirio, Telecom, Alitalia, ...). L'Italia che produce e' in apnea. Ma lo stato seguita a tassare e tartassare perche' la spesa pubblica e' altamente inefficiente. Lo stato Italiano sta collassando sotto il suo stesso peso.

Ho due libri sul tavolo, che vi invito a leggere. Sono due libri scritti da "giovani", e che descrivono la loro vita economica.

Damian Barr, "Get it Together: A guide to surviving your quarterlinfe crisis", Hodder and Stoughton, London 2004.

Andrea Bajani, "Mi spezzo ma non m'impiego", Einaudi, Torino 2006.

Il primo libro e' scritto da un ventenne inglese. E' un libro che mi ha fatto piangere. Parla dei "giovani" inglesi. Si laureano a 21 anni (Bachelor Degree, equivalente ai primi tre anni della nostra universita'). Io mi sono laureato a Pisa ed ho insegnato in Londra, e so quanto facile sia la loro universita'. Ancor prima di ricevere il diploma, vengono assunti da una societa'. Ne esistono tante. La societa' li inserisce nel loro programma di formazione interno, che dura due anni. In questi due anni, la societa' li vizia e li coccola. Paga un ottimo stipendio, sufficiente a pagarsi la propria indipendenza. In aggiunta allo stipendio, la societa' fornisce gratuitamente l'abbonamento ad un club (ginnastica, vela, quello che vuoi). Quando sei al lavoro, partecipi attivamente a tutti i settori produttivi, ti stimolano, ti fanno viaggiare in tutto il mondo nelle varie filiali, vogliono le tue idee sul tavolo, ti vogliono felice, appagato e vincente. Il problema descritto dall'autore e' come fare a non sprecare i propri soldi. Se uno gestisce il proprio stipendio con saggezza, dice l'autore, e' in grado di comprarsi casa a 31 anni.

Il secondo libro e' scritto da un Italiano. Racconta la sua vita da lavoratore in nero, co.co.co, co.co.pro, etc. Racconta di giovani italiani con la laurea in tasca (laurea Italiana) e senza un lavoro che sia degno di tale nome. Racconta di come la legge Italiana sia scritta non per creare occupazione e dare impulso all'economia, ma di come sia scritta per consentire alle societa' di avere lavoro gratuito (Legge Biagi), con tanti saluti al sistema Italia. E' un libro duro, che merita di essere letto e capito.

Io ho 35 anni. Non ho un lavoro vero. Non mi posso permettere una mia famiglia. Come me, molti miei colleghi. Sono depresso. Sono frustrato. Sono stanco. Di notte non dormo. Di giorno non riesco a vivere. La mia vita mi scappa tra le dita. Non posso aspettare all'infinito un'Italia che mi offra oggi le opportunita' che altri hanno nel loro paese ad una eta' ben piu' tenera. Servono idee per una economia migliore. Non voglio lavorare per terzi, perche' non hanno i soldi per pagarmi uno stipendio degno di tale nome. Voglio fare impresa. Ho troppe idee per lavorare alle idee di altri. Ma i costi dell'impresa in Italia sono insostenibili. In Londra e' possibile aprire una LLC (equivalente di una SRL italiana) con 200 sterline. Se fai la pratica da solo, all'ufficio competente, bastano 64 sterline. In Italia, una SRL costa 1000 euro solo per il commercialista, a cui devi aggiungere il deposito (5000 euro?) e le tasse da pagare tutti gli anni in base al reddito presunto (non quello reale). Questi sono i costi di base, che nessuna banca ti anticipa. In America (si, lo so...) esistono club degli investitori, che ti seppelliscono di soldi se hai un'idea che gli piace. In Italia, ti seppelliscono di tasse e le banche non vogliono neanche vederti. Io sono stanco di vivere all'estero. Sono rientrato in Italia perche' voglio vivere nel mio paese. Ma e' difficile. Ho creduto in Berlusconi, ma e' andata male. Oggi credo in questo governo, ma come andra' a finire? Non posso aspettare altri cinque anni. Devo toccare con mano, mese per mese. Ho pochi soldi da parte, quanto basta per un biglietto di sola andata. Devo lasciare il mio paese? Non ce la faccio piu'.

Scusi, Di Pietro, per lo sfogo. Sono d'accordo con quanto scrive. La battaglia e' chiaramente fra la parte "pulita" del parlamento e quella con la fedina penale sporca. Marco Travaglio fa nomi e cognomi di persone che viziano la politica in senso negativo. E' difficile liberarsi di loro, perche' sono votati dai cittadini (in gran parte ignari). Serve una legge che ripulisca il parlamento, ma e' evidente che il nostro attuale parlamento non ha alcuna intenzione di rupulire se stesso. Esiste una commistione di poteri forti, dove Politica, Economia e Giornalismo cercano di non pestarsi i piedi a vicenda, partorendo leggi come l'indulto per i corruttori con la complicita' dei giornali (che non ne parlano).