8 aprile 2007

Il Mercato

Il mercato è il nuovo riferimento ideologico dei nostri dipendenti. (Beppe Grillo)



Se cosi' fosse, sarebbe stupendo. Il problema e' che il mercato non e' libero.



L'Italia non conosce il vero libero mercato. Non ancora.



In Italia il mercato e' controllato da pochi in favore di pochi, ovvero in favore dei politici e di una elite di manager. In Italia, molti (noi, i "consumatori") vivono di debiti e sofferenza, mentre pochi (loro, i "produttori") si arricchiscono e vivono di piaceri. In Italia il "consumatore" investe i suoi risparmi (ed ora anche il TFR e la pensione) in servizi finanziari offerti da societa' (SRL o SPA), per restare con un pugno di mosche in mano quando queste societa' falliranno. Con la scusa che il popolo e' da gestire come un bambino, la elite politica e manageriale gestisce il popolo come un animale da sfruttare. Nel vero libero mercato, tutti sono uguali, perche' le regole valgono identiche per tutti. Nel vero libero mercato, la giustizia e l'economia sono "eleganti", cioe' semplici, imparziali, efficaci, ed efficienti. In Italia, invece, la giustizia e l'economia sono parziali; le puoi esercitare con profitto solo se puoi nutrire il miglior esercito di avvocati. Un tempo si assoldavano gli eserciti, oggi si assoldano gli avvocati. Chi e' il nemico?



Il vero libero mercato esiste solo quando tutti i cittadini possono esercitarlo ed averne profitto, o danno. Nel vero libero mercato, nessuno che sia nel giusto ha paura di perdere la causa per colpa di un avvocato incapace (che la tira per le lunghe, per aumentare la sua parcella) e di un giudice che concede i rinvii e puo' a sua volta ottenere un trasferimento anche se le cause a lui assegnate sono ancora irrisolte. Nel vero libero mercato, se investi i risparmi consigliato da una Banca, non perdi tutto a causa di una frode, per poi vedere la stessa Banca continuare a fare affari, ad esempio, dopo il fallimento della Pamalat. Nel vero libero mercato, le banche che frodano i clienti sono banche che chiudono, perche' perdono la fiducia dei clienti. In Economia, il "consumatore" ha un credito sulla base del quale riceve ogni sorta di servizio finanziario, ma il "produttore" (la Banca e le Assicurazioni) sembrano essere immuni al cattivo credito, in base al noto principio Orwelliano per il quale siamo tutti uguali, ma alcuni sono piu' uguali di altri. Per non essere trattati da "popolo bambino da gestire", sarebbe sufficiente innalzare il livello di educazione politica e finanziaria.



La scuola dell'obbligo dovrebbe insegnare educazione civica, per poi puntare il dito contro la amministrazione comunale/provinciale/regionale/nazionale/europea e dire: "la tua voce e' ascoltata in queste sedi, perche' tu sei il popolo sovrano e vivi in un paese libero e democratico; i tuoi nonni sono morti per donarti questo potere; non dare via questo dono per nessuna ragione al mondo".



La scuola dell'obbligo dovrebbe anche insegnare la partita doppia di Luca Pacioli, per poi puntare il dito sulla colonna dei debiti e dire "ad ogni tuo debito, corrisponde un credito di qualcun'altro; il debito ti rende povero, il credito ti rende ricco; ad esempio, il contatore dell'enel e' un tuo debito, ma se installi un pannello fotovoltaico, avrai un altro contatore che gira al contrario, un contatore in cui tu sei in credito e l'enel e' in debito con te, cioe' tu diventi ricco".

5 aprile 2007

DiPietro mantiene le promesse

Mafia e Massoneria P2 sono il cancro della nostra societa'. Oggi si registra la istituzione di un principio fondamentale per la democrazia in Italia: la politica deve essere libera da associazione mafiosa. Cosi' come si esige ed ottiene un certificato antimafia per le aziende, il popolo sovrano esigera' ed otterra' un certificato antimafia per i politici ed i loro partiti. Oggi si e' fatto il primo passo concreto. Gia' si sentono dichiarazioni contrarie di alcuni fra politici e giornalisti, di cui e' bene ricordare i nomi per capire quanto estesa e subdola e' l'influenza della mafia nel nostro paese. Alcuni lamentano che questo atto cambiera' la geografia politica in Sicilia e Calabria. Noi altri speriamo che questo accada al piu' presto.

Quella di oggi e' anche una mia vittoria, una vittoria di tutti noi, pochi ma buoni, che abbiamo votato per l'Italia dei Valori. Stiamo cambiando l'Italia, e siamo guidati dall'Etica. Fra tutte le persone che ho votato, da circa venti anni a questa parte, Antonio DiPietro e' la prima che agisce in corrispondenza al programma elettorale, interamente basato sull'Etica; i nostri voti non sono stati spesi invano.

23 marzo 2007

"popolo sovrano" o "consumatore"?

La Costituzione divide la nostra societa' in due classi sociali:
- il "popolo sovrano", che gode dei diritti civili, e
- chi sconta una pena detentiva rieducativa, ovvero chi ha perso i suoi diritti civili per aver commesso effrazioni al codice penale.

Esiste un'altra divisione sociale, incostituzionale, ma pur sempre descritta negli atti del Parlamento e del Governo, e nelle trasmissioni della RAI, ovvero nei cosiddetti media ufficiali di Stato. E' la divisione fra i "consumatori" ed un'altra classe di cui e' facile intuire l'esistenza ma di cui non si fornisce alcun aggettivo. I "consumatori" siamo noi, gli altri sono loro, i "produttori", ovvero i banchieri, gli industriali, i politici, e gli stessi giornalisti, tutte persone che hanno accesso ai media in modo sistematico, e che usano i media per venderci di tutto. Cio' che e' "il popolo sovrano" per la Costituzione e' divenuto "il consumatore" per i citati media ufficiali di Stato.

Se e' possibile ignorare i media in generale, inclusa la RAI, non e' possibile ignorare gli atti Parlamentari. In politica, il linguaggio e' potere, ma il popolo sovrano non ha il potere di correggere il linguaggio della politica.

17 marzo 2007

Trimestrale di Cassa (Marzo 2007)

Nota:

" C'è una buona notizia: è stata depositata dal Ministro Padoa Schioppa la cosiddetta trimestrale di cassa, cioè un'analisi delle entrate pervenute all'erario in questi mesi e delle uscite dovute ai fabbisogni dello Stato, utile per verificare la salute della finanza pubblica.
Il debito pubblico è in via di diminuzione. Questo è positivo: gli interventi del Governo in questi mesi hanno giovato, il debito è minore e quindi c'è aspettativa di miglioramento economico.
Ci sono state più entrate fiscali: 8-10 miliardi di euro in più sono pervenuti alle casse dello Stato, rispetto alle previsioni della scorsa Finanziaria. Abbiamo discusso, e ancora si discuterà anche in Parlamento, dell'impiego di questi soldi. (A. DiPietro)


Commento:

Rispetto alla mia nota di gennaio, la trimestrale di cassa non offre alcun motivo di entusiasmo. Io aspetterei a cantare vittoria. Il debito pubblico e' da infarto, e non cala affatto. Ci devono dire da dove arrivano quei soldi "in piu'"; a quanto vedo sono in gran parte dovuti a tasse pagate dalla FIAT. Un bilancio FIAT non fa primavera, ne' riduce il debito pubblico. Le entrate devono essere sostenibili a lungo termine, devono coinvolgere l'intero sistema produttivo Italiano, e devono essere accompagnate da una piu' sostanziosa riduzione delle uscite da parte delle amministrazioni pubbliche. La cura e' necessaria ed improrogabile, almeno fino all'estinzione del debito. Servono tagli profondi agli sprechi. Si seguita a tagliare sulla sanita', ma le provincie restano in piedi. Le provincie non servono a niente! La finanziaria 2007 le mantiene, mentre taglia la sanita'!!!

In merito alla sanita', esistono figure professionali controverse, quali il dentista della mutua (che non usa nessuno), l'osteopata (che spesso si limita a guardare le lastre per poi diagnosticare una scoliosi e spedirti dal fisiatra), il fisiatra (che si limita a guardare le lastre per poi diagnosticare una scoliosi e spedirti dal fisioterapista), il fisioterapista (che spesso si limita all'uso delle macchine, perche' incapace di fare massaggi e insegnare esercizi posturali). In sintesi, l'intero apparato della sanita' pubblica in materia di diagnostica e terapia per la colonna dovrebbe essere riformato, licenziando osteopati, fisiatri e fisioterapisti, ed assumendo chiropratici. In USA la chiropratica e' praticata direttamente dal medico di base, con un beneficio tangibile per il paziente ed un risparmio notevole di costi per tutti.

Esistono un mare di cose che lo Stato Italiano dovrebbe e potrebbe fare, se lo volesse realmente.

9 marzo 2007

indici di competitivita'

E' possibile pesare la competitivita' in vari modi. In USA usano un panino di McDonalds: il prodotto e' identico in tutto il pianeta, ma il prezzo fluttua localmente. In Italia, che e' ancora fra le ultime in Europa per diffusione di Informatica, si potrebbe usare il prezzo di un monitor.

Monitor Dell 2407WFP:



prezzo in USA: 699 USD tasse escluse
prezzo in Italia: 1.078,80 EUR tasse incluse


In USA, ogni stato ha la sua tassa IVA (VAT), ed alcuni stati non prevedono alcuna tassa quando si acquista per corrispondenza; e' possibile, ad esempio, comprare il monitor in Boston (MA) facendoselo spedire dal Texas in 12 ore, e non pagare l'IVA perche' non richiesta. In Italia, i monitor arrivano dall'Irlanda, se non direttamente dalla Cina, e lo stato Italiano chiede l'IVA localmente. Di piu', il dollaro e' oggi a 0.76 EUR, dunque l'equivalente di 699 USD e' 531.5 EUR, che e' esattamente la meta' del prezzo in Italia.

Famiglie e aziende Italiane spendono il doppio di quelle in USA.

21 febbraio 2007

alle urne (si spera)

Si e' concluso in anticipo il mandato Prodi. Peccato, perche' ci si stava facendo l'abitudine ai voltagabbana elettorali, agli indulti, alla droga legalizzata, ai matrimoni fra omosessuali, alla finanziaria di risanamento che non risana, ed alle riforme che non riformano. Di quel passo, fra altri sei mesi, si avrebbe avuto lo scioglimento del concordato fra stato e chiesa, il matrimonio poligamo, e l'uscita dell'Italia dai G8 a causa di un debito pubblico grande come il mare e che il Governo Prodi voleva ridurre con il cucchiaino. Peccato, perche' finalmente l'Italia sarebbe andata in bancarotta, la classe politica sarebbe stata spazzata via dal popolo a schiaffoni, gli industriali si sarebbero rimboccati le maniche, e si sarebbe ricostruita l'Italia su nuove basi democratiche, a partire dalla riscrittura dagli articoli 67 e 68 della Costituzione, per i quali la classe politica e' libera di agire arbitrariamente. Peccato.

13 febbraio 2007

Informatica

In questi giorni si parla finalmente di economia nell'industria dell'Informatica. Non ne parlano le Istituzioni, non ne parla la stampa su carta, ne parla invece "Punto Informatico", un giornale online del settore.

La professione di Informatico, vista dal dipendente:

  • e' usurante: La scienza medica registra per gli Informatici patologie alla vista, al sistema scheletrico, ed al sistema neuro-vegetativo.
  • e' non regolamentata: Mentre in tutti gli altri settori produttivi vige la legge delle 40 ore settimanali, nell'industria Informatica si lavora 80 ore settimanali.
  • e' sottopagata: La Statistica di settore dice che in Italia il livello di retribuzione e' nella media Europea. La Statistica dice anche che se immergi I piedi in un blocco di ghiaccio e ficchi la testa in una pentola di acqua bollente, la tua temperatura media e' proprio quella fisiologica di 36 gradi Celsius e dunque stai benissimo. In economia, con stipendi da 400 euro da una parte e bonus TFR di qualche milione di euro dall'altra, la Statistica diche che siamo allineati alla media Europea. Resta il problema che, nel fare la media, la Statistica bilancia una manciata di stipendi altissimi con un mare di stipendi bassissimi. Lo stipendio medio reale, per un Informatico in Italia, e' di circa 600-800 euro al mese, quanto basta per affittare una camera da letto presso terzi.
  • e' precaria: come altre, peggio di altre.

Un lavoro non regolamentato, che ti impegna l'intera giornata, usurante, sottopagato, e precario, e' precisamente la definizione di schiavitu' moderna. Life-for-Food, la tua vita in cambio di un buono per la mensa. E non siamo in Africa; siamo in Italia. In Africa danno via il petrolio, ed hanno cibo in cambio. In Italia, dai via la tua giovinezza, e ti ritrovi a quarant'anni con un buco in tasca.

La professione di Informatico, vista dal datore di lavoro:

  • l'unica legge che tutela il software e' il CopyRight;
  • Il CopyRight del software prodotto dai miei dipendenti mi appartiene;
  • Il mio profitto deriva da contratti di licenza per software prodotto di miei dipendenti;
  • I professionisti dell'Informatica sono adulti con esperienza, ma mordono il freno per avere una posizione stabile, per comprarsi casa e metter su famiglia, ma io non voglio dividere I miei profitti con loro, dunque assumo neo-laureati, giovani, pieni di energie e di idee innovative, li sfrutto a 10-12 ore al giorno per 600-800 euro al mese finche' resistono. Quando sono esauriti e depressi, li licenzio e li sostituisco con altri neo-laureati, ed il ciclo continua. I dipendenti vanno e vengono, ed e' normale in un mercato in cui vale la legge Biagi. Io resto proprietario del CopyRight, dunque continuo a vendere le licenze.


Il problema:

Per spiegare veramente il problema, bisogna paragonare la professione di informatico ad altra professione regolata dalla stessa legge ma di cui si ha migliore intuizione. Poiche' l'unica legge che tutela l'informatico e' il copyright, l'Informatico e' come l'autore di un libro, e le societa' di informatica sono come le case editrici. Cosa succede se gli autori dei libri sono anche dipendenti della casa editrice? Per legge, il copyright prodotto da un dipendente appartiene al datore di lavoro; il copyright, nato per tutelare l'autore, diventa di proprieta' della casa editrice. Dunque il libro e' di proprieta' della casa editrice, e l'autore stipendiato non riceve royalty. Invece, come ben noto, un autore di libri vive dalle royalty, che percepisce anche quando non scrive piu', ed I suoi familiari riceveranno le royalty fino a 70 anni dopo la sua morte. Il software, invece, e' "prodotto" in modo collaborativo da dipendenti, e dunque appartiene al datore di lavoro. Si legga bene la frase precedente, perche' e' la chiave di lettura del problema. Si parla infatti di produzione o gestione del software, non di progettazione; le societa' di Informatica in Italia, ben sapendo il significato di copyright, si guardano bene dall'avere progettisti, poiche' il lavoro di un progettista ha il copyright. La costruzione o gestione del software, invece, e' un lavoro collaborativo di routine, come I manovali in una impresa di costruzioni o gli amministratori di condominio, e dunque non qualifica per copyright. Di fatto esiste la progettazione, ma e' nascosta, frammentata, svolta da persone assunte come "tuttofare", e non appena emerge un qualche livello di originalita', interviene un dirigente per alterare la forma dell'invenzione in modo che sia chiaro che l'opera e' di proprieta' della societa' e non dell'autore dipendente. La casa editrice resta proprietaria dell'opera, e continua a trarne profitto per un tempo indefinito, mentre gli autori del software sono costretti a lavorare anche come manovali e non ricevono alcuna royalty. Non si e' mai visto un annuncio di lavoro per "architetto/muratore", ma si vedono in continuazione annunci di lavoro per "analista/programmatore/amministratore". Tutto questo e' ovviamente il risultato della mancanza di un quadro normativo che dia dignita' alla professione di Informatico progettista (percettore di royalty) e che la distingua in modo netto da quella di Informatico programmatore/amministratore (senza royalty, e dunque lavoratore dipendente). La cosa ancor piu' criminosa e' lo sfruttamento dei neo-laureati. Non e' affatto vero che I neo-laureati non sanno lavorare. In realta', I neo-laureati sono persone fresche di studi aggiornati, hanno energia fisica e mentale, hanno stamina, reggono ritmi di lavoro impensabili per gli adulti, e sono autentici vulcani di idee innovative. Sfruttarli e' un crimine. Lo Stato investe molto nell'universita', non quanto in altri paesi, ma e' comunque un investimento notevole i cui frutti non possono andare sprecati a causa di un mercato senza etica professionale.

Il Parlamento deve interrogarsi sul fenomeno, per regolamentare l'industria Informatica e dare dignita' ad una professione importante e difficile. Gli autori di software devono percepire le royalty. Bisogna separare la carriera dell'Informatico progettista da quella dell'Informatico programmatore, cosi' come si separa la carriera dell'Architetto da quella del muratore, imbianchino, elettricista, idraulico, etc. Progettista e Programmatore sono mestieri di fatto distinti, ma che la assenza di regolamentazione consente di svolgere sotto lo stesso tetto, con conflitto di interessi ed abusi.

10 febbraio 2007

le primarie dei cittadini

La mia opinione e' che le primarie non risolvono alcun problema. Vado in controtendenza, ma ho ragioni ben precise per farlo.

Il cittadino partecipa alle primarie perche' si e' reso conto del grande inganno delle elezioni, e cerca di intervenire il prima possibile per prevenire il danno dovuto alla candidatura di partito e successiva elezione di persone incapaci. Ma questo non e' un reale passo avanti verso una politica migliore; e' solo una ennesima ammissione del disagio del cittadino davanti alla quasi-oligarchia ed arbitrarieta' della politica Italiana.

In realta', scegliere non fa alcuna differenza per il cittadino. La ragione e' semplice: e' una scelta non per specifici programmi, ma per un colore politico, un ideale immateriale, ed il nome del suo "leader". All'indomani delle elezioni, e' il "leader" a decidere il nome degli assessori o dei ministri, con le solite brutte sorprese per i cittadini.

Io sono per una politica diversa. Io sono stanco di eleggere un solo rappresentante, perche' nessun singolo rappresentante ha mai riunito in se la mia volonta' in specifici argomenti. Sono stanco di un presidente del consiglio dei ministri che cerca di accontentare e rappresentare opinioni diverse sotto lo stesso ombrello politico, perche' il Governo ne risente, come i fatti hanno sempre dimostrato.

Io voglio eleggere direttamente i singoli ministri ed assessori, in base a specifici progetti. In democrazia, la maggioranza vince, ed il ministro che ha avuto maggiori voti ha il dovere di realizzare il progetto per il quale e' stato eletto. L'unione dei vari ministri o assessori forma il Governo o giunta, indipendentemente dal colore politico dei singoli ministri o assessori. Quel che conta non e' il colore politico unitario del Governo o della giunta. Quel che conta sono gli specifici programmi e la loro specifica realizzazione. Ogni ministro e' investito di potere dal popolo, e' responsabile per il suo progetto, e deve condurlo fino in fondo. Il presidente del Consiglio dei ministri/sindaco/presidente della regione, non sara' eletto direttamente dai cittadini, ma avra' una carica istituzionale super-partes, come il presidente della repubblica. Serve anche modificare l'articolo 68 della costituzione, perche' consente ai parlamentari di agire in modo arbitrario; i parlamentari, al pari dei membri del governo, devono invece rispondere davanti ai cittadini del loro operato. In una Italia dai mille volti, e voltagabbana elettorali, e' necessario dare maggiore potere ai cittadini. Lo scopo della politica non e' quello di dare potere al libero arbitrio di persone fotogeniche, ma e' quello di dare potere per specifici progetti in settori chiave dello Stato. Ogni ministro ha il dovere istituzionale di esercitare il potere che gli deriva dall'essere eletto democraticamente dai cittadini per uno specifico progetto in uno specifico settore della pubblica amministrazione.

26 gennaio 2007

Il Governo scalda il motore

Pare che il Governo abbia trovato la via della virtu', e che alcuni (pochi) ministri stiano lavorando con profitto. Il decreto Bersani segue al precedente decreto Padoa-Schioppa, ed entrambi i ministri muovono finalmente nella direzione giusta: l'efficienza!

20 gennaio 2007

Dipendenti statali con il Curriculum Vitae

Note:


Commento:
Quanto e' gia' stato fatto in altri paesi, qui' in Italia e' ancora fantasia. Il debito pubblico sia di pungolo al Governo, per trovare la forza morale, ed i mezzi materiali, per rendere economica ed efficiente l'intera amministrazione pubblica. Servono tagli profondi. Serve eliminare le provincie, ed informatizzare l'intero sistema. Prendere Poste Italiane come esempio.

Aggiornamento:
Mi dicono che nel pubblico impiego, ad esempio in Comune, esiste una graduatoria per la quale il non laureato e' assunto in fascia A, mentre il laureato e' assunto in fascia D, dove "D" significa "Dirigente". Nel caso dei vertici di parito, trattandosi anch'essi di dipendenti pubblici, uno si aspetta che siano tutti laureati. Vige, invece, il principio Orwelliano per il quale tutti sono uguali davanti alla legge, ma alcuni sono piu' uguali di altri. Esistono, infatti, "dirigenti" non laureati. E' lecito fare i loro nomi?

Nella loro funzione pubblica, in ogni paese democratico, inclusa l'Italia, il politico e' personaggio pubblico, oltre ad essere un dipendente pubblico, quindi il suo curriculum vitae deve essere disponibile al datore di lavoro, cioe' ai cittadini. Il primo dato di un CV, il piu' importante, e' il titolo di studio. Nella situazione in cui versano le casse dello Stato, e lo Stato in generale, il bravo datore di lavoro deve fare un po' di autocritica. Chi ho assunto? Perche' le cose sono andate male per cosi' tanto tempo? Perche' ogni cittadino si ritrova con 27000 euro di debito generato dai propri dipendenti? Perche' esistono dirigenti che creano e indebitano societa' a partecipazione statale per poi lasciare l'incarico prendendosi un TFR di decine di milioni di euro? Queste ed altre domande hanno un comune denominatore: la qualita' dei primi fra i pari. Dunque, nell'esercizio della mia fetta di sovranita' popolare, ho deciso di informarmi sul titolo di studio dei dipendenti pubblici piu' in vista. Ecco l'elenco. La fonte principale e' il sito del Governo, la quale pero' non riporta il dettaglio per i dirigenti non laureati. Le integrazioni provengono dunque dai giornali (per Bossi e Calderoli) e da Wikipedia (per Bertinotti e Giordano).

Attuali dipendenti:



dipendentetitoloimpiego
Amato GiulianoLaurea in GiurisprudenzaMinistro Interno
Berlusconi SilvioLaurea in GiurisprudenzaPresidente di partito
Bersani PierluigiLaurea in LettereMinistro Sviluppo Economico
Bertinotti FaustoDiplomato, con tre anni di ritardo per via di alcune bocciature, come Perito Elettronico all'istituto Omar di NovaraPresidente Camera
Bianchi AlessandroLaurea in IngegneriaMinistro Trasporti
Bindi RosyLaurea in Scienze PoliticheMinistro Famiglia
Bonino EmmaLaurea in LingueMinistro Commercio Internazionale e Politiche Europee
Bossi UmbertoDiploma Scuola RadioelettraPresidente di partito, promotore riforma federalista
Calderoli RobertoDentistaPortavoce di partito, autore attuale legge elettorale
Casini PierferdinandoLaurea in GiurisprudenzaPresidente di partito
Chiti VanninoLaurea in FilosofiaMinistro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Istituzionali
D'Alema MassimoDiploma di Liceo ClassicoVicepresidente del Consiglio, Ministro Affari Esteri, Sottosegretario Economia e Finanze
Damiano CesareDiploma scuola media superioreMinistro Lavoro
DeCastro PaoloLaurea in AgrariaMinistro Agricoltura
DiPietro AntonioLaurea in GiurisprudenzaPresidente di Partito, Ministro Infrastrutture; Promotore di "parlamento pulito", etica in politica, efficienza in amministrazione pubblica
Fassino PieroLaurea in Scienze PolitichePresidente di partito
Ferrero PaoloDiploma ITISMinistro Solidarieta'
Fioroni GiuseppeLaurea in MedicinaMinistro Istruzione
Fini GianfrancoLaurea in PsicologiaPresidente di partito
Gentiloni PaoloLaurea in Scienze PoliticheMinistro Comunicazioni
Giordano FrancoDiploma Liceo ScientificoPresidente di Partito
Lanzillotta LindaLaurea in LettereMinistro Affari Regionali e Autonomie Locali
Letta EnricoPhDSottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
MariniLaurea in GiurisprudenzaPresidente Senato
Mastella ClementeLaurea in LettereMinistro della Giustizia
Melandri GiovannaLaurea in EconomiaMinistro Sport
Mussi FabioLaurea in ?Ministro Universita'
Nicolais LuigiLaurea in ?Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione
Padoa-Schioppa TommasoLaurea in EconomiaMinistro Economia e Finanze
Parisi ArturoLaurea in GiurisprudenzaMinitro Difesa
Pecoraro-Scanio AlfonsoLaurea in GiurisprudenzaMinistro Ambiente
Pollastrini BarbaraLaurea in LingueMinistro dei Diritti e Pari Opportunità
Prodi RomanoLaurea in GiurisprudenzaPresidente del Consiglio
Rutelli FrancescoDiploma di Liceo ClassicoVicepresidente del Consiglio, Ministro Beni e attivita' Culturali,
Santagata GiulioLaurea in EconomiaMinistro per l'Attuazione del Programma di Governo
Turco LiviaLaurea in LettereMinistro Salute


Dipendenti storici:



dipendentetitoloimpiego
Andreotti GiulioLaurea in Giurisprudenza
Ciampi Carlo AzeglioLauree: Lettere, Giurisprudenza
Cossiga FrancescoLaurea in Giurisprudenza
De Gasperi AlcideLaurea in Filologia
De Nicola EnricoLaurea in Giurisprudenza
Einaudi LuigiLaurea in Giurisprudenza
Fanfani AmintoreLaurea in Economia
Forlani ArnaldoLaurea in Giurisprudenza
Leone GiovanniLaurea in Giurisprudenza
Mazzini GiuseppeLaurea in Giurisprudenza
Moro AldoLaurea in Giurisprudenza
Pertini SandroLaurea in Giurisprudenza
Saragat GiuseppeLaurea in Economia
Scalfaro Oscar LuigiLaurea in Giurisprudenza
Segni AntonioLaurea in Giurisprudenza
Segni MarioLaurea in Giurisprudenza


Letta e' un purosangue, e dovrebbe avere incarichi di maggior prestigio. Non commento su Bertinotti, D'Alema e Rutelli, perche' il dato si commenta da se'.

Quando si vota, bisogna chiedersi tre cose:
1. che titolo ha?
2. ha la fedina penale pulita?
3. mantiene le promesse?

L'elenco di cui sopra risponde in parte al primo punto. Mancano infatti molti nomi della passata amministrazione. Il secondo punto e' risposto da Marco Travaglio. Il terzo punto e' tutto da costruire. Serve poi incrociare i dati, per avere il quadro d'insieme. L'esercizio non e' una perdita di tempo. Serve, infatti, a capire che la qualita' dell'Italia dipende anche dalla qualita' di chi mandiamo al potere. Servono Politici migliori per un'Italia migliore.

11 gennaio 2007

Gazzetta Ufficiale

[Questa e' una lettera da me inviata, in data di oggi (31/10/2006), al Governo (trasparenzanormativa@governo.it) ed in copia a Beppe Grillo (segnalazioni@beppegrillo.it). Avra' mai una risposta?]

Salve,

credo sia un atto dovuto, da parte dei siti internet di Governo e Parlamento, [di] mettere a disposizione in forma gratuita ed ufficiale, tutto il corpo delle leggi attualmente in vigore, incluso il TUIR (testo unico delle imposte sul reddito). Dico questo per tre ragioni.

La prima ragione e' che le leggi sono atti pubblici, frutto dell'attivita' di organi pubblici, pagati dai cittadini con le tasse; in quanto tali, devono essere anche disponibili al pubblico, in forma ufficiale e gratuita, simile alla OJEC (giornale ufficiale della comunita' europea).

La seconda ragione e' che, ormai da tempo, la Gazzetta Ufficiale non e' piu' in vendita nelle tabaccherie, l'abbonamento (sia su carta che elettronico) e' alquanto oneroso per il singolo cittadino che voglia mantenersi aggiornato, e la consultazione presso il Comune richiede troppo tempo.

La terza ragione e' che la legge non ammette ignoranza, ed e' dunque doveroso abbattere ogni possibile barriera che sia di impedimento alla lettura della normativa vigente nella sua forma ufficiale ed aggiornata.

Il sito della Gazzetta Ufficiale dovrebbe fornire accesso corretto e completo a tutta la normativa vigente. La minore entrata dovuta alla cessione gratuita puo' essere largamente compensata da una opportuna distrazione di parte delle risorse attualmente erogate alla RAI con il canone; infatti, e' piu' importante avere accesso alla legge che non trasmettere inutili programmi di costume nella televisione di Stato.

In attesa di positivo riscontro, porgo i miei saluti.

Aggiornamento: 11 Gennaio 2007

Il Governo Inglese ha messo a disposizione il corpus giuridico, gratuitamente, in Internet. Il sito e' http://www.statutelaw.gov.uk. Nel frattempo, il Governo Italiano non ha neanche preso in considerazione la possibilita' di una tale iniziativa, ed io non ho ancora avuto uno straccio di risposta. La pseudo-democrazia Italiana funziona solo quando chiedono i voti elettorali, poi ti ignorano, fino alle successive elezioni.


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10 gennaio 2007

metodo elettivo

Il metodo elettivo con cui il popolo Italiano esercita la sovranita' costituzionale e' un metodo descritto mediante decreto legge, disegnato ed emesso dalla maggioranza uscente nella speranza di riconquistare il potere. Per etica politica, in una democrazia parlamentare, dovrebbe essere il Parlamento ad occuparsene, e mai il Governo.

In quanto sovrano, almeno in parte, chiedo quanto segue:

1. che il metodo principe della nostra democrazia sia riformato dal Parlamento, e non dal Governo;

2. che l'articolo 68 della costituzione sia riformulato in modo da invertire il suo contenuto, in modo da garantire che i candidati eletti rappresentano i loro elettori sulla base del programma politico per il quale sono stati votati;

3. che i ministri siano eleggibili direttamente dal cittadino, in base a specifici programmi elettorali;

4. che si sopprima la figura del candidato premier eleggibile, da sostituirsi con una figura istituzionale di manager politico, eletto collegialmente dai ministri eletti, ed il cui compito e' quello di coordinare il lavoro stesso dei ministri.

Cosi' facendo, i cittadini potranno esprimere la loro volonta' su specifici argomenti, senza dover cercare un colore politico uniforme per il Governo. Sara' possibile, ad esempio, avere un ministro dell'economia di destra, ed un ministro delle pari opportunita' di sinistra. In questo modo, si porra' fine al problema di doversi turare il naso e votare sulla base di un compromesso. Si avra' un Governo in cui i singoli ministri sono direttamente responsabili del loro programma e delle loro azioni davanti alla legge ed al popolo sovrano. Nel rendere le cariche direttamente eleggibili, si risolvera' anche il problema del numero dei ministeri, molti dei quali possono essere gestiti in modo piu' efficiente accorpandoli sotto un'unica carica elettiva. La campagna elettorale non sara' dunque uno scontro mediatico fra premier, ma una civile e ben informata discussione sugli specifici argomenti dei vari ministeri, in modo che il cittadino possa esprimere il suo giudizio critico indipendente in merito ai vari aspetti dell'attivita' di Governo, senza necessita' di delegare un premier. Il ruolo della minoranza cambia di conseguenza; non esistera' piu' la minoranza; i candidati non eletti avranno il dovere istituzionale di controllare l'attivita' di Governo.

Nel caso specifico di questa maggioranza, avrei votato come segue:

Ministro della Giustizia: DiPietro
Universita' e Ricerca + Pubblica Istruzione: Modica
Salute: Sirchia
Politiche Agricole Alimentari e Forestali + Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare: Alemanno

Ricordo inoltre che questa maggioranza NON e' stata votata per istituire il matrimonio fra coppie omosessuali, ne' per aumentare il numero delle tasse e le loro aliquote. Questa maggioranza e' stata eletta per fare le riforme necessarie al taglio dei costi della politica, in modo da rendere lo Stato una macchina burocratica efficiente ed economica, e rendere l'economia Italiana una moderna economia di mercato liberale al passo con la concorrenza internazionale.

9 gennaio 2007

Italia di ieri, Italia di domani

Nota:
Per decine di migliaia di toscani, abruzzesi, veneti, lucani la sola speranza era emigrare in Belgio, Francia, Germania, Svizzera o verso continenti lontani. (Padoa-Schioppa, Corriere della Sera, 8 Gennaio 2007)

Commento:
In un mercato globale, e' anche necessario leggere i fatti nel contesto. I paesi citati, sono anche i paesi che ancor oggi hanno una situazione socio-economica migliore dell'Italia. Allora un bravo economista deve leggere il contesto, e farsi delle domande. In una fase storica in cui l'Italia non era poi tanto diversa da Belgio, Francia, etc., quei paesi offrivano opportunita', in Italia si offrivano conti da pagare. Oggi, come ieri, la situazione e' immutata; si continua ad emigrare, e per le stesse identiche ragioni.

3 gennaio 2007

deficit e debito pubblico

Nota (3 Gennaio 2007):

Deficit pubblico per il 2005: 60 miliardi di euro
Deficit pubblico per il 2006: 35 miliardi di euro

Debito pubblico per il 2005: 1.534,467 miliardi di euro
Debito pubblico per il 2006: 1.601,483 miliardi di euro (parziale)

Il Governo annuncia il dimezzamento del deficit, ma non dice una parola sul debito.

Commento:

Rispetto al 2005, il deficit si e' ridotto di 25 miliardi, ma il debito e' aumentato di 388452 miliardi. La riduzione del deficit e' dovuta ad un inatteso innalzamento delle entrate fiscali, non a minori sprechi dell'amministrazione pubblica. L'innalzamento del debito e' dovuto al deficit (nuovi debiti) ed agli interessi passivi sul debito pregresso.

La riduzione del deficit e' atto necessario ma non sufficiente alla riduzione del debito. Ipotizzando un costante dimezzamento del deficit nei prossimi anni, ed il congelamento degli interessi sul debito, serviranno 53 anni di lacrime e sangue per risanare le finanze pubbliche. Se si considerano gli attuali interessi passivi, la disoccupazione, la emigrazione, l'immigrazione, e l'invecchiamento della popolazione attiva, il debito seguitera' a crescere e non e' possibile fare previsioni ottimiste. Sperare in un improvviso Rinascimento dell'economia Italiana sarebbe da idioti irresponsabili.

Volendo rappresentare la situazione per immagini, si pensi ad un asino legato ad un carretto. L'asino rappresenta il popolo Italiano, ed il carretto rappresenta il peso di uno Stato inefficiente. La situazione e' semplicemente insostenibile. Le finanze pubbliche devono essere risanate con minori spese, non con maggiori tasse. Come ha detto giustamente Fassino, una finanziaria come questa sara' impossibile negli anni a venire. L'amministrazione pubblica deve essere riformata.

1 gennaio 2007

Re: Messaggio di fine anno del Presidente Napolitano

Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale, 31 dicembre 2006.


Commenti:

"A voi che mi ascoltate, e a tutti gli italiani, in patria e all'estero, il più cordiale augurio di Buon Anno."

Grazie, altrettanto.

"A chi mi ascolta, e a tutti gli italiani, vorrei dire : non allontanatevi dalla politica. Partecipatevi in tutti i modi possibili, portatevi forze e idee più giovani. Contribuite a rinnovarla, a migliorarla culturalmente e moralmente. [...] non ci si può rinchiudere nel proprio orizzonte personale e privato, solo dalla politica possono venire le scelte generali di cui ha bisogno la collettività, e la partecipazione dei cittadini è indispensabile affinché quelle scelte corrispondano al bene comune."

Esistono tre problemi di dialogo fra il popolo sovrano e le istituzioni.

Il primo problema e' rappresentato dall'Articolo 68 della Costituzione ; come ho gia' avuto modo di osservare, nessun articolo dice esplicitamente che i candidati eletti rappresentano i loro elettori sulla base del programma politico per il quale sono stati votati. L'articolo 68 implica che il programma puo' essere disatteso mentendo al cittadino. Un esempio di questo e' l'attuale Governo Prodi: eletto per introdurre riforme strutturali necessarie all'abbattimento del debito pubblico, il Governo ha appena approvato un piano finanziario senza riforme strutturali e con nuove tasse. L'articolo 68 deve essere riveduto e corretto, in modo da garantire che l'attivita' di Governo corrisponda alla volonta' del popolo sovrano. E' il problema aperto della correttezza delle istituzioni democratiche rispetto alla volonta' popolare.

Il secondo problema riguarda il dialogo successivo alla campagna elettorale. Non e' infatti ammissibile che un Governo eletto sulla base di un programma, agisca arbitrariamente su ogni altro argomento non trattato in campagna elettorale. Il Governo Prodi fornisce un altro esempio; l'eutanasia ed il matrimonio fra gay non erano in programma, ma il Governo ha accettato il caso Welby, si appresta a varare una legge in favore dell'eutanasia, e si appresta ad istituire i PACS, il tutto con atto arbitrario da parte di una minoranza di pensiero in seno alla maggioranza politica.

Il terzo problema riguarda il voto di scambio ed il conflitto di interessi. Il cittadino ha ormai un portafogli economico ed un portafogli politico; il primo per le carte di credito, il secondo per le tessere di partito. La politica e' uno strumento necessario nell'economia. All'occorrenza, si esibisce la tessera di partito giusta al momento giusto, come se fosse una carta di credito politico che apre molte porte. Esistono anche sindaci eletti sulla base di accordi elettorali informali, mediante riunioni in cui i dipendenti di certe aziende schierate garantiscono voti al candidato, in cambio di favori economici durante il mandato. Le persone chiedono un posto di lavoro per il figlio, da aversi in anticipo rispetto al giorno delle elezioni. Figli di politici ottengono posizioni di privilegio in importanti societa' a cui la dea bendata assegnera' importanti appalti statali. Proprietari di terreno agricolo hanno i propri progetti approvati dalla commissione edilizia locale, con virtuosismi burocratici in cui il terreno cambia destinazione d'uso, ed il progettista siede in commissione edilizia. Se ne vedono di tutti i colori, ed e' piu' facile esercitare l'omerta' che non farsi seppellire dalle querele, e l'Italia viaggia come ha sempre fatto.

Non mi illudo, ne' di questo Governo, che ha gia' dimostrato di essere non migliore del precedente, ne' dell'Europa, che con la Costituzione ha gia' dimostrato di essere una oligarchia che, se potesse, imporrebbe la propria volonta'. Io credo che in Italia, ed in Europa, si dovra' lavorare molto affinche' la parola "democrazia" non sia un suono senza significato. E' fondamentale avere una economia liberale, dove l'individuo e' libero di fare impresa, senza essere schiacciato dal potere politico (con le tasse ed il conflitto di interessi) o dal potere economico di monopoli privati. Questi, a mio giudizio, sono i due problemi dell'Europa e dell'Italia moderni. Ho paura che gli interessi delle parti siano troppo forti per concedere al popolo sovrano la sua liberta' politica ed economica. Esiste molto lavoro da fare. Non esiste lo spazio per farlo.