8 aprile 2007

Il Mercato

Il mercato è il nuovo riferimento ideologico dei nostri dipendenti. (Beppe Grillo)



Se cosi' fosse, sarebbe stupendo. Il problema e' che il mercato non e' libero.



L'Italia non conosce il vero libero mercato. Non ancora.



In Italia il mercato e' controllato da pochi in favore di pochi, ovvero in favore dei politici e di una elite di manager. In Italia, molti (noi, i "consumatori") vivono di debiti e sofferenza, mentre pochi (loro, i "produttori") si arricchiscono e vivono di piaceri. In Italia il "consumatore" investe i suoi risparmi (ed ora anche il TFR e la pensione) in servizi finanziari offerti da societa' (SRL o SPA), per restare con un pugno di mosche in mano quando queste societa' falliranno. Con la scusa che il popolo e' da gestire come un bambino, la elite politica e manageriale gestisce il popolo come un animale da sfruttare. Nel vero libero mercato, tutti sono uguali, perche' le regole valgono identiche per tutti. Nel vero libero mercato, la giustizia e l'economia sono "eleganti", cioe' semplici, imparziali, efficaci, ed efficienti. In Italia, invece, la giustizia e l'economia sono parziali; le puoi esercitare con profitto solo se puoi nutrire il miglior esercito di avvocati. Un tempo si assoldavano gli eserciti, oggi si assoldano gli avvocati. Chi e' il nemico?



Il vero libero mercato esiste solo quando tutti i cittadini possono esercitarlo ed averne profitto, o danno. Nel vero libero mercato, nessuno che sia nel giusto ha paura di perdere la causa per colpa di un avvocato incapace (che la tira per le lunghe, per aumentare la sua parcella) e di un giudice che concede i rinvii e puo' a sua volta ottenere un trasferimento anche se le cause a lui assegnate sono ancora irrisolte. Nel vero libero mercato, se investi i risparmi consigliato da una Banca, non perdi tutto a causa di una frode, per poi vedere la stessa Banca continuare a fare affari, ad esempio, dopo il fallimento della Pamalat. Nel vero libero mercato, le banche che frodano i clienti sono banche che chiudono, perche' perdono la fiducia dei clienti. In Economia, il "consumatore" ha un credito sulla base del quale riceve ogni sorta di servizio finanziario, ma il "produttore" (la Banca e le Assicurazioni) sembrano essere immuni al cattivo credito, in base al noto principio Orwelliano per il quale siamo tutti uguali, ma alcuni sono piu' uguali di altri. Per non essere trattati da "popolo bambino da gestire", sarebbe sufficiente innalzare il livello di educazione politica e finanziaria.



La scuola dell'obbligo dovrebbe insegnare educazione civica, per poi puntare il dito contro la amministrazione comunale/provinciale/regionale/nazionale/europea e dire: "la tua voce e' ascoltata in queste sedi, perche' tu sei il popolo sovrano e vivi in un paese libero e democratico; i tuoi nonni sono morti per donarti questo potere; non dare via questo dono per nessuna ragione al mondo".



La scuola dell'obbligo dovrebbe anche insegnare la partita doppia di Luca Pacioli, per poi puntare il dito sulla colonna dei debiti e dire "ad ogni tuo debito, corrisponde un credito di qualcun'altro; il debito ti rende povero, il credito ti rende ricco; ad esempio, il contatore dell'enel e' un tuo debito, ma se installi un pannello fotovoltaico, avrai un altro contatore che gira al contrario, un contatore in cui tu sei in credito e l'enel e' in debito con te, cioe' tu diventi ricco".

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