25 ottobre 2006

Lo stato finanziario dell'Italia

entrate: buone, ma incomplete. L'evasione fiscale deve essere contenuta non con il manganello, ma con un codice tributario etico.
uscite: fuori controllo. I costi della pubblica amministrazione (assessori, sindaci, segretari, sottosegretari, ministri e presidenti, e relativi portaborse, ma anche affitti per le strutture, bollette, cancelleria, e chi ne ha piu' ne metta) sono notoriamente dovuti al foraggiamento dei burocrati.
asset: riserva aurea, terreni, fabbricati, monopoli, partecipazioni in societa', ...
debiti: il debito pubblico, che e' a quota 1.556,9 miliardi di euro, e' tecnicamente insostenibile (link)
flusso di cassa: negativo. Le entrate sono buone, ma esiste evasione fiscale, dovuta essenzialmente alle attivita' del crimine organizzato nel sud Italia. --- Le uscite sono fuori controllo, dovute in gran parte a sprechi (gestione fallimentare dei monopoli, esubero di dipendenti nelle istituzioni). --- Gli asset hanno flusso di cassa negativo. Idealmente, i monopoli dovrebbero essere gestiti in regime di parita', con un piccolo margine di guadagno per far fronte a spese impreviste. Le cose vanno diversamente, e le uscite sono superiori alle entrate. Gli asset sono talmente mal gestiti da essere di imbarazzo: si paga salato per un esercito di dirigenti in cambio di un servizio scadente. --- L'interesse sul debito e' talmente alto da richiedere ogni anno oltre la meta' della finanziaria. Lo Stato e' ancora tecnicamente solvente, per via del patrimonio, ma e' in una spirale negativa tipica della bancarotta.

In sintesi, l'Italia non ha vantaggio competitivo nel senso dato da Michael Porter, ovvero in Italia i guadagni non eccedono i costi. In un mercato globale, il vantaggio competitivo e' strategico per la sopravvivenza, e l'Italia non e' competitiva.

Le banche italiane non onorano il patto sociale; quest'anno riceveranno 37 miliardi di euro come pagamento per il debito pubblico, soldi che dovrebbero essere reinvestiti, ma di cui nessuno parla. Che fine fanno quei soldi? Quando lo Stato paga per il debito pubblico, a chi versa i soldi? La Banca d'Italia? Ebbene, che cosa fa la Banca d'Italia (che non e' un ente pubblico) con quei soldi? Li reiveste? Come li reinveste? Dovrebbe reinvestirli, ad esempio rischiando nella nuova impresa, come fanno in USA. Ferrovie Italiane, che contribuisce al debito pubblico in modo considerevole in cambio di un servizio miserevole, e' una voce pesantissima nelle uscite e debiti dello Stato. Che vada fallita. Lo Stato dichiari il fallimento di Ferrovie, in modo da sgravarsi da quella parte di costi, e la venda al migliore offerente. Alitalia, vada anche lei in fallimento. Lo stato non deve aiutarla, come anche ribadito dalla Commissione Europea. Lo Stato italiano gestisce il suo stato finanziario come se fosse un paese comunista, ma pretende di essere uno dei G8... Non e' possibile tenere due piedi nella stessa scarpa! L'unico modo di recuperare la situazione e' di fare una analisi finanziaria degli asset, liberarsi di quelli con flusso di cassa negativo, come Ferrovie e Alitalia, in modo da sgravare il bilancio dai loro debiti e costi, e saldare parte del debito pubblico con il capital-gain in eccedenza. Questa operazione, purtoppo, non e' sufficiente a saldare il debito pubblico. Serve anche snellire ed ammodernare la macchina burocratica. Quanto segue e' un elenco di interventi necessari:

- eliminare le Provincie *
- eliminare le Comunita' Montane, *
- eliminare le sedi provinciali della Camera di Commercio, *
- eliminare tutte le partecipazioni in societa', *
- eliminare i monopoli con flusso di cassa negativo,
- eliminare enti inutili (vedi il lungo elenco compilato da Franca Rame),
- eliminare i troppi dirigenti nei monopoli, *
- eliminare le pensioni ai politici, ad eccezione dei senatori a vita (malgrado il fatto che i politici sono dipendenti pubblici, e che fare politica non e' un mestiere, sono sufficienti 30 mesi di servizio per avere una integrazione sulla pensione sociale), *
- eliminare le spese di rappresentanza, le cene, i pranzi, ed i concerti,
- eliminare le licenze per programmi commerciali di cui esiste equivalente gratuito (ad esempio, adottare OpenOffice al posto di Microsoft Office)
- alleggerire gli stipendi d'oro dei politici, *
- alleggerire le pensioni di platino dei politici, *
- alleggerire lo stipendio ai manager dei monopoli, *

* tagli alla spesa nel settori critici (pubblico impiego e pensioni)

Serve insomma un taglio netto tra pubblico e privato, ed una profonda razionalizzazione del pubblico. Lo scopo dello Stato non e' quello di fare Impresa, per dare lavoro a tre quarti dell' italia e pretendere che l'altro quarto dia il sangue. E' necessario liberarsi dai parassiti della Burocrazia. Non esiste alternativa, pena il collasso. La cura non e' indolore. Esistono troppe lobby, troppi sprechi, troppa mafia fuori e dentro le istituzioni, troppi interessi privati in luogo d'ufficio, troppi voti di scambio, troppa Giustizia che non funziona. Serve un Governo che ha le idee chiare e che ha il coraggio morale ed i mezzi materiali di andare fino in fondo. Serve che l'Italia dei Valori sia molto piu' forte di quanto non lo sia attualmente. Serve una societa' piu' consapevole (educazione economica liberale) e dotata di un metodo condiviso. Serve una "corporate law" ad una "tax law" che sia stabile, per un mercato aperto, competitivo, di pari opportunita' rispetto al resto dei paesi OCSE.

Riferimenti:
- Bilancio, Ragioneria Generale dello Stato

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