30 ottobre 2006

Annuario OCSE 2006

"I sacrifici chiesti ai cittadini italiani con la Finanziaria sono stati dettati dalla necessita' di salvare il Paese dalla bancarotta." (Antonio DiPietro)

La "Organisation for Economic Co-operation and Development" (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, da cui l'acronimo OCSE) stila statistiche nazionali sugli argomenti piu' diversi, e le mette a confronto. Dall'ultimo rapporto sulle tasse, disponibile online (link1;link2,link3,link4), emerge quanto segue:


Table A. Total tax revenue as percentage of GDP
19751985199019952000200320042005*
Italia25.433.637.840.142.341.841.141.0
EU 1532.437.738.439.241.039.739.7n.a.
UK35.337.736.535.037.235.436.037.2
USA25.625.627.327.929.925.725.526.8


Nel 2004, l'Italia aveva una pressione fiscale piu' alta della media europea, dell'Inghilterra e degli USA. Il dato e' invariato per il 2005.

L'OCSE fornisce altri indicatori, come Competitivita', Corruzione, Svilippo, Educazione, Energia, Ambiente, Crescita, Salute, Informatica, Scienza e Tecnologia, Trasporti, ed altri ancora. Gli studi raccolgono e comparano i dati dei G8 e molte altre nazioni, e servono come utile punto di vista sull'andamento dell'Italia rispetto ad essi.

I commenti dell'OCSE sulle tasse in Italia:

"The fiscal adjustment needed to fulfil the Maastricht parameters in the 1990s was primarily achieved by revenue increases and reduction in interest payments on public debt rather than by cuts in public expenditures. This is reflected in the tax-to-GDP ratios. During the 1980s this tax ratio increased by 8.5 percentage points (from 30.4 to 38.9 per cent). The process continued in the 1990s until 1997 (the Maastricht year), when the tax-to-GDP ratio peaked at 44.2 per cent."

In Italiano: Gli adeguamenti fiscali necessari al rispetto dei parametri di Maastricht [adozione dell'Euro] negli anni 90 sono dovuti principalmente all'aumento delle tasse ed alla riduzione nel pagamento dell'interesse sul debito pubblico, non da tagli alla spesa pubblica. Questo si evince dal rapporto fra tasse e PIL. Durante gli anni 80 questo rapporto e` aumentato di 8.5 punti percentuali (da 30.4% a 38.9%). Il processo e` rimasto immutato negli anni 90, fino al 1997 (l'anno di Maastricht), dove il rapporto fra tassa e PIL ha raggiunto il 44.2%.

"The reform of the corporate tax implemented as of January 2004 implies a radical change. The aim of the new reform is to simplify the corporate income tax system and to reduce the tax burden on companies. Moving towards a tax system which is more in line with tax systems elsewhere in the EU, will increase the international competitiveness of Italian companies and might attract foreign investment. The existing system has proved to be ineffective because it has been mainly used by large companies. In addition, it has induced mature and profitable companies to overinvest, instead of distributing profits. This gave a disadvantage to newly created companies that have not yet accumulated profits."

In Italiano: La riforma [Berlusconi] sulle tasse per l'impresa al Gennaio 2004 implica un cambiamento radicale. L'obiettivo della riforma e' di semplificare il sistema tributario e ridurre il peso fiscale sulle imprese. Nel muoversi verso un sistema tributario simile a quelli in uso in Europa, si aumenta la competitivita' internazionale delle imprese Italiane e si creano le condizioni favorevoli ad investimenti esteri. Il sistema tributario precedente ha dimostrato di essere inefficiente, perche' e' stato usato solo da grandi imprese. Di piu', e' un sistema che ha indotto le imprese mature e produttive ad un eccesso di investimenti, piuttosto che ad una distribuzione dei profitti [dividendi]. Questo ha creato uno svantaggio competitivo per le nuove imprese che non hanno ancora maturato profitti.

[Leggo il messaggio OCSE come segue. Le tasse sul profitto d'impresa in Italia sono alte. Al fine di pagare il meno possibile in tasse, le grandi imprese riducono la base imponibile investendo tutto il profitto operativo a scapito dei dividendi. Il sistema tributario Italiano e' dunque vantaggioso per le imprese Italiane consolidate, ma scoraggia sia le nuove imprese Italiane sia gli investimenti esteri, creando di fatto una oligarchia degli investimenti. Non e' chiaro se questo fenomeno sia intenzionale o accidentale. E' chiaro, tuttavia, che l'Autorita' Garante per la Concorrenza ed il Mercato non ha funzionato.]

[Fonte: OECD, "Tax Policy Reforms in Italy", Centre for Tax Policy and Administration, 2006.]

Invito l'Italia dei Valori ad usare gli studi OCSE come ausilio nelle proposte per future leggi finanziarie.

Technorati Tags: