17 dicembre 2006

Fantapolitica?

Se e' vero che la politica e' una scienza, allora ammette ipotesi, congetture e teorie, che e' possibile confermare o refutare tramite l'esperienza. Il modo migliore di formulare teorie, come insegnavano Galilei a Bacone, e' quello di accettare i fatti, per poi ordinarli e cavarne ragione. Nessuna teoria politica e' perfetta; si trova sempre qualche fatto inspiegabile, che porta ad una nuova teoria. A lungo andare, uno potrebbe anche convincersi che la politica e' piuttosto ingegneria che non scienza, ma dovrebbe guardarsi bene dal dirlo a voce alta. Se uno poi si concede una licenza sulla correttezza e completezza dei fatti, puo' comunque formulare teorie che, per quanto bizzarre possano sembrare, potrebbero rivelarsi corrette.

TEORIA SEMISERIA

L'Italia e' una grande Impresa. Non mi riferisco alla difficolta' di viverci dentro, ma al fatto che, come ogni Impresa, ha un presidente, un amministratore delegato, un consulente finanziario, un'entourage di direttori esecutivi e di dipendenti. Alla fine della catena alimentare, ci sono i "consumatori". Come ogni Impresa, anche l'Italia ha un suo "manuale di politiche e procedure". Le politiche specificano cosa fare, e le procedure descrivono come farlo. Le politiche sono decise la notte, nel buio, possibilmente in via delle botteghe oscure. L'unica traccia visibile sono i comunicati stampa. E' importante che ogni decisione sia letta dai telegiornali delle 13 con la necessaria enfasi ed un senso di urgenza, in modo che le persone ci credano. I vari politici si divertono a disseminare la stampa con queste decisioni arbitrarie, prese possibilmente sotto l'effetto della cocaina, e senza alcuna relazione apparente con gli impegni elettorali. Poiche' non tutti i politici sono d'accordo su tutto, ne risulta un conflitto di interessi su specifici argomenti. L'unico argomento su cui non e' mai esistito alcun conflitto e' l'aumento di stipendio ad inizio mandato, cosa su cui tutti sono d'accordo e che decidono alla prima seduta del consiglio di amministrazione. Su tutto il resto, si discute spesso e volentieri, possibilmente in televisione, in un qualunque salotto dalle poltrone comode e con la presenza di un maggiordomo-giornalista. E' importante che il politico si mostri un po' stanco, in modo da dare l'impressione che il potere logora. E' anche importante mostrarsi in tutto il proprio splendore, con abiti freschi di sartoria, in modo da vendere al meglio il proprio prodotto politico al consumatore spettatore. Quel che importa e' confondere il consumatore con informazioni Orwelliane ed una burocrazia Kafkiana, in modo che sia indifeso, alla merce' del potere, e che la sua limitata intelligenza sia sempre nutrita di false informazioni, in modo che non sia mai in grado di intendere, e che la sua volonta' sia il frutto di una opportuna ingegneria del consenso attuata tramite il controllo dei media. L'interesse ultimo del politico non e' mai il profitto, come evidente dal debito dei partiti e dal debito globale dell'Impresa Italia. L'interesse del politico e' quello di esercitare il potere, spendendo quanto piu' denaro gli e' possibile, perche' ad una maggiore spesa pubblicitaria, specialmente in campagna elettorale, corrispondono maggiori incassi elettorali, e dunque un maggior peso nel consiglio di amministrazione. Poco importa se l'Impresa e' piena di debiti e non ha i soldi per nuovi pagamenti; e' sufficiente creare nuovi soldi a tavolino, vendendo il debito pubblico sotto forma di "titoli di stato", trasformando il debito pubblico in debito privato. Anche in questo caso, l'informazione Orwelliana e' strategica; se il consumatore venisse a sapere che i suoi BOT e CCT sono in realta' una fetta del debito pubblico, chiederebbero i loro soldi indietro, tutti insieme, l'Impresa Italia andrebbe in bancarotta, e con lei tutta la politica.

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